Agalloch

la recensione di tiziano non mi trova molto d'accordo, ma pazienza

 

non so se alla domanda posta in sede di recensione "Ma se gli vengono così bene le acustiche strumentali da tre minuti, perché non han fatto un disco come Kveldssanger"

sia meglio controbattere con la risposta A
a) ahem, l'hanno già fatto, circa.. boh, 6 anni fa?

o con la risposta B
b) tra l'altro nel disco nuovo le acustiche strumentali da tre minuti non le fanno nemmeno loro, ma un ospite

 

appunto

the white stupenderrimo, ma non lo scopriamo solo ora

riguardo le nuove strumentali Nathanael le ha sia scritte che suonate

 

Ciao a tutti, come spesso capita, torno da queste parti quando c'è qualche discussione calda sugli Agalloch.

Premetto che è difficile per me fare valutazioni oggettive su questa Band, dopo tutti i bei momenti passati con la loro musica. Per questo nuovo disco ho voluto aspettare di averlo tra le mani per il primo ascolto. Ho resistito alla tentazione di tutte le preview possibili, Celestial Effigy compresa. Venerdì sera mi è arrivato e sabato mattina è stato il momento del primo ascolto.

Devo dire che al primo giro mi ha lasciato un po' :surprise: Questa faccina rende bene l'idea. Sapevo già da prima di acoltarlo di non avere tra le mani qualcosa di paragonabile ai precedenti lavori. Però ho sentito subito che mancava quella In the Shadow, quella Bloodbirds (metaforicamente parlando) che avevano reso celebri altri loro dischi. Ricordandomi dell'errore fatto 4 anni fa con Marrow, per il quale, nonostante il bellissimo impatto che ebbi al primo ascolto, ci ho messo un paio di settimane a capire che la sua Bloodbirds iniziava con They Escaped... e terminava con To Drown, ci ho riprovato.

Secondo ascolto. Impressione totalmente diversa. Sono 3 giorni che sono letteralmente incollato a questo disco e continua a crescere in maniera esponenziale. E' decisamente più difficile e meno immediato dei precedenti. Quel meraviglioso muro sonoro nasconde delle melodie stupende. L'impronta doom e pesante della prima traccia mi ha stregato, per non parlare del suo finale, con quella tendenza psych/Floydiana. Adesso capisco il "Pig On The Wing" delle foto dello studio di registrazione. Astral Dialogue ha un riff così catchy che non vedo l'ora di sentirla live. Tutte le altre tracce non sono da meno. L'aggettivo che mi viene in mente per descriverlo è "Epico". Ha quel qualcosa di potente e monumentale che non mi fa trovare altre parole che questa. Cosa non è il crescendo di Plateau Of The Ages?

Credo che questo disco avrà molto da dire. Necessiterà di infiniti e benvenutissimi ascolti per entrarci veramente dentro. Queste sono le mie prime impressioni. Menzione specialissima per il booklet. Che belle sono le foto degli Agalloch? Quell'effetto "rame" è fantastico.

Vorrei anche fare un commento alla recensione che ho appena letto in prima pagina di TM. Per quanto il disco possa non piacere, mi sembra veramente scritta in modo approssimativo e con delle argomentazioni veramente stupide. Le copie fisiche del disco sono in giro da neanche 5 giorni e già esce la recensione [EDIT: nessun malinteso voluto, so che il disco è in giro online dagli inizi di maggio], con uno dei titoli pure sbagliato (Vales Beyond Dimension) e i crediti dati alle persone sbagliate. Come è già stato fatto notare, gli intermezzi acustici sono di Nathaniel Larochette, amico degli Agalloch, scritti e suonati quasi interamente da lui. Basterebbe avere il booklet in mano o essersi informati un po' su internet per sapere che "Music & classic guitar: N. Larochette". Poi che cavolo di domande sono "perchè non fanno Kveldssanger?", quando in realtà come è già stato scritto qui sopra, hanno fatto il bellissimo White. Non vi sembra una scelta abbastanza normale (che piaccia o meno è un altro discorso), che dopo aver relegato gran parte della loro carriera a un grande utilizzo della chitarra acustica (almeno fino al 2008 i loro dischi sono pieni di intermezzi acustici o misti a quella elettrica) abbiano deciso di metterla un po' da parte? (ma neanche troppo, come dimostra Serpent, che è pieno di parti elettriche e non sovrapposte).

 

Io l'ho trovato spento, privo di idee e alquanto noioso. Lontani anni luce dai loro capolavori.

 

La recensione

 

Mah...questo credo che lo sappiamo (quasi) tutti. Cioè non so i dettagli ma notando che spesso pubblicate le recensioni il giorno d'uscita di un cd....basta fare 2+2....
Lo sdegno è più perchè la recensione sembra emanare una conoscenza piuttosto superficiale del gruppo. Tipo critica il gruppo perchè non fa un album di strumentali...e l'hanno fatto sei anni fa

 

Questa cosa penso che sia normale. Non era mia intenzione creare malintesi. Tra l'altro è praticamente dall'inizio di maggio che il disco è disponibile interamente per l'ascolto online.

Capisco che per un portale come truemetal, avere nel minor tempo possibile le recensioni degli ultimi album usciti sia una cosa piuttosto importante. Qui però si tratta proprio di superficialità: titolo di una canzone sbagliato, crediti errati, richieste di album strumentali/acustici quando la band stessa ha già pubblicato un disco di questo tipo, etc...

Ovvio, non si puo' sapere tutto di tutti i dischi che si recensiscono, però un conto è se si parla del disco di una band che non ha mai aggiunto nulla al suo genere ma è sempre rimasta "nei canoni"; un conto è se si parla di una band come gli Agalloch, unici e difficili da classificare, che ad ogni uscita si rimettono in gioco da zero, curando le loro pubblicazioni nei minimi dettagli, anche estetici. Certo, il disco puo' non piacere, non è mica un delitto, però In questi casi è bene "farsi una cultura" prima di recensire il nuovo disco di una band di questo tipo, altrimenti si puo' benissimo lasciare il compito ad altri, che magari essendo più appassionati e conoscendo meglio la band saprebbero descriverlo in modo più interessante a chi non li conosce per niente (anche se magari il disco non piace nemmeno a loro).

Detto questo, credo che ormai le recensioni migliori scorrano in realtà nelle pagine dei topic. Io scrivo poco ma leggo spessissimo e mi trovo molto spesso a riuscire a costruire meglio i dettagli di un disco dai commenti dei vari utenti che dalla recensione di una sola persona. E' una mia idea ovviamente, più o meno condivisibile.

 

Beh ma: semplicemente si può anche non concordare con una recensione... Mi ricordo quando lessi la review di start from the dark degli Europe (ché anche io nn bazzico lidi bléc/folk/pagan ecc ecc) qua su TM e pensai che sec me era parecchio prevenuta e quindi che nn mi trovava d'accordo. Certo è che chi vuole/voleva che gli Europe fossero quelli con le tastierone anni 80 e niente altro, sicuramente invece sarà stato d'accordo con la suddetta. Qua è uguale, ogni review non è vangelo, è quando i dischi sono pure controversi è abb normale averne opinioni differenti, senza per questo dover pensare a superficialità o altro... :-)

 

dopo il 52 al debut album dei Wintersun e al 65 a Voimasta Ja Kunniasta non ho più paura di niente

 

IL finale di Plateau è da brividi,mi sono anche commossa. E mi rimanda alla parte finale del pezzo dei Sòlstafir Goddess Of The Ages .
Per me Dark Matter Gods ,Plateau of The Ages e Celestial Effigy,seguite da Vales Beyond Dimension sono su livelli altissimi (specie le prime due ) e la chitarra di Nathanaël Larochette è un valore aggiunto e in molti passaggi struggente .Ottima la produzione e il lavoro di basso,credo sia forse la migliore prova di Jason Walton in studio.
Non è un album facile,di immediata presa,ma cresce sempre più.