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Heavy metal. Suoni barbarici antiliberisti

Discussione in 'Attualità e Cultura' iniziata da Giulio il superbo, 3 Novembre 2011.

  1. Rasputin

    Rasputin
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    6 Novembre 2011

    Ho letto l'articolo e mi ha lasciata perplessa, più per l'esercizio di stile che ha messo in mostra che per quello che c'è scritto.
    Come avete già detto in tanti, nel calderone metal c'è dentro talmente tanta roba che è un po' come dire "musica italiana", dove all'interno ci stanno da Toto Cutugno ai Subsonica.
    Dice bene Annica, che agli albori c'erano dei fili comuni, legati all'ambiente dove vivevano i protagonisti, che hanno posto le basi per quello che sarebbe venuto dopo. Ma è anche vero che se in Inghilterra il metal è nato da una certa classe sociale, in America il rock duro lo faceva anche gente come, che so... i Kiss, che con le fabbriche avevano poco a che fare.
    L'unico filo conduttore che vedo nel metal, storico e moderno, è l'anticonformismo e la ribellione. A cosa, non importa. :D
    Tutti abbiamo qualcosa che ci sta sulle balle, che sia la politica o le ex, la finanza o l'etilometro. ;)
    Il metal ha la capacità di veicolare in musica questo genere di emozioni. Senza il metal non dico che non avrei superato l'adolescenza ma di sicuro mi ha dato una grossa mano borchiata. :)
    All'epoca ascoltavo Metallica, Megadeth, Anthrax, Iron Maiden, più tardi sarebbero venuti i Queensryche, i Death. Tutta gente che oltre ai classici testi fantasy, birraioli, apocalittici, sfornavano anche testi "seri", più intimisti e/o "politicizzati".
    E onestamente erano quelli che mi rendevano fiera di essere parte di qualcosa di diverso dai miei coetanei discotecari.
    Per me e tanti altri che conosco, il metal è stato, se non uno stile di vita, quanto meno una specie di obiettivo. Cercare di vivere il più possibile con le proprie regole, senza diventare parte del gregge.
    Non so come questo possa porsi su un piano sociologico, ma sicuramente ci sono state almeno un paio di generazioni che nel metal hanno trovato qualcosa di molto più profondo che non delle semplici canzoni.
    Onestamente non ho idea di come siano le cose per i ventenni di oggi.
     
    #46
  2. damagedone

    damagedone
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    6 Novembre 2011

    Il metal è l'unico genere musicale che ascolto, ma per me non ha nulla a che fare con la ribellione; sono infatti di quanto più lontano ci possa essere da un "ribelle" e nel "gregge" ci sto benone. E' inutile cercare un qualsiasi significato univoco nel metal, per ognuno di noi avrà una valenza diversa.
     
    #47
  3. Fabio94

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    6 Novembre 2011

    Per me l'unica caratteristica sociale del vero metal è un anticonformismo non importa verso quale direzione, soprattutto fino agli anni '80. Però ultimamente il metal si è adeguato alla situazione sociale di adesso, cioè caratterizzata da un conformismo esagerato. Ad esempio si vedono sempre più spesso metallari che indossano vestiti firmati oppure che danno più importanza all'aspetto fisico del metallaro che alla musica in sè, quelli che ti dicono che se non hai i capelli lunghi (che una volta erano simbolo di anticonformismo ma adesso il contrario), non sei un mostro nel fisico e non vai in giro con magliette dei gruppi, borchie e giacca in pelle puoi ascoltare quante canzoni vuoi ma non sarai mai metallaro.
     
    #48
  4. Zanna

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    6 Novembre 2011

    Sono d'accordo sull'anticonformismo ed aggiungerei anche un'altra parola: ECCESSO.
    Come minimo eccesso sonoro: ossia di volumi spropositati, ma sappiamo bene che non ci ferma qui, di solito.
    Eccesso e anticonformismo che vengono utilizzati - provocatoriamente - per ribellarsi a certe regole, che vengono percepite ipocrite e bigotte.
    Ovviamente questo è un ragionamento che va fatto soprattutto per gli anni '80.
    Adesso l'Heavy Metal, in tutte le sue forme, si è talmente contaminato con altri generi (non che sia un male, da parte mia)...che spesso le componenti anticonformiste e di ribellione non esistono nemmeno più.
     
    #49
    Ultima modifica: 6 Novembre 2011
  5. ^v^ Lestat ^v^

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    6 Novembre 2011

    Il Metal, come il Rock, il Punk, ecc... Sono sempre stati visti come sintomo di ribellione giovanile e ovviamente a chi comanda questo non va giù e quindi danno mandato a psicologi e media di contrastarli, basti pensare come negli anni 70 l'FBI avessi ordine di spiare e intimidire personaggi come John Lennon, ecc... Che avevano un grande potere mediatico in mano che contrastava il sistema
     
    #50
  6. gobbonero

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    7 Novembre 2011

    come dice lo zio devin... music its just entertainment, folks!! le uniche cose che distinguono il vero defender metallaro dal resto della popolazione umana sono il puzzo innato e la propensione alla bestemmia
     
    #51
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  7. dicklaurant

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    7 Novembre 2011

    beh insomma, molte nuove leve metallare sembrano più metrosexual che thrashers di una volta...è difficile oggi riferirsi al Metal con gli stereotipi di un tempo, non siamo più all'epoca di Cuore Selvaggio e Morte a 33 giri, il Rock sta vivendo una fase commerciale forse più viva ed intensa degli anni '80, con molta meno qualità musicale e molta più artefazione produttiva, questo imho si riflette anche sulle coscienze dei metalkids contemporanei; molto più spassionati e slegati da vere appartenenze musicali/identarie, slegati dal contesto sociale e dall'aggregazione, non più reietti ma integrati (quindi meno ribellione e più conformismo)
     
    #52
  8. SkWoZ

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    7 Novembre 2011

    Ma penso che comunque rispetto agli anni '80 in cui pensieri socialmente consci erano appannaggio quasi totale del punk HxCx ora alcuni temi stanno prendendo piede anche nel metal, che negli anni '80 o parla di figa e sbronze o di horror (ecco questa è una generalizzazione fatta per facilitare il discorso, non sparatemi)
     
    #53
  9. Rasputin

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    7 Novembre 2011

    Non sono del tutto d'accordo. Mettiamola così, se negli anni 80/90 giravi con una cintura borchiata e i jeans con qualche strappo ti guardavano storto, ti identificavano col metallaro che all'epoca, tra i benpensanti, era sinonimo di drogato e combinaguai in generale.
    Oggi il look è stato completamente sdoganato e i jeans slavati con gli strappi li trovi anche da Marina Rinaldi che fa le taglie conformate. Per non parlare delle borchie che ormai sono la normalità su ogni capo.
    I tatuaggi li fanno tutti e la droga gira molto di più tra i fighetti in discoteca che non al live pub.
    Resta il fatto però che un certo tipo di look aggressivo sia ancora sinonimo di metal, non a caso tutte le band, da quelle black a quelle AOR, si atteggiano comunque da "cattivi" e i capelli lunghi, i tatuaggi con teschi e simili, sono ancora un segno abbastanza distintivo di un certo tipo di musicisti e di ascoltatori.
    Così come anche altri generi musicali che hanno contaminato il metal sono comunque generi di rottura con un look ben preciso.
    Anche oggi io non vedo nel metal qualcosa di conformistico. Magari non avrà più la forza ribelle di qualche decennio fa, ma comunque tiene alta la bandiera di chi, non solo come gusti musicali ma anche come atteggiamento, vuole gridare la propria insofferenza.
    Poi, ovviamente, ci sono generi più o meno "ribelli", gente come i Deep Purple e i Dream Theater non li ascolti per scandalizzare qualche benpensante, li ascolti per differenziarti da chi ascolta merda. :)
     
    #54
  10. Rasputin

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    7 Novembre 2011

    Sicuramente, però siccome parliamo di un libro che cerca di studiare un fenomeno sociale, non ci si può basare sul significato che gli dà il singolo soggetto. Bisogna per forza generalizzare almeno un po'.
    Io conosco almeno un paio di persone che girano per le discoteche più famose per sedersi immobili in un angolo ad ascoltare la musica e riconoscono la mano dei vari dj, ma non mi sentirei di utilizzare queste persone come esempio di chi frequenta quelle discoteche. Così come non credo che sia lo scopo della musica techno (o quel che l'è) avere un pubblico di gente seduta. :)
     
    #55
    Ultima modifica: 7 Novembre 2011
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  11. Rasputin

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    7 Novembre 2011

    La tua disamina è molto interessante, però ho il forte dubbio che non sia il metal a essersi conformato/integrato ma che siano stati gli ascoltatori a perdere per strada la voglia di ribellarsi, di essere e mostrarsi diversi.
    E' un dubbio che ho vedendo come vanno le cose al di là dei gusti musicali.
    Oggi sono in pochi a sentire lo stimolo di gridare, di indignarsi. E' più facile confondersi col rumore di fondo, fare il tatuaggio in un punto dove non si vede, tenere i capelli ben pettinati altrimenti i colleghi ti guardano strano, ecc.
    Il vecchio metallaro a la Morte a 33 Giri s'è trasformato in quello che oggi chiamiamo geek. Per trovare lo spirito di quegli anni bisogna frequentare gli smanettoni, i giocatori di ruolo e in generale tutti coloro ai quali non interessa apparire fighi e non si vergognano di mettere ancora jeans e t-shirt con scritte idiote, di avere la pancetta, di mangiare kebab a orari assurdi. :D
    Per assurdo sono loro a essere rimasti anticonformisti/reietti in un mondo di robot perfetti che ingeriscono solo semi pur di entrare nei jeans di 3 taglie meno di loro. Ed è in quel genere di acquario che io, vecchia metallara, sguazzo rilassata e sogghignante. :D
     
    #56
  12. dicklaurant

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    7 Novembre 2011

    non bisognerebbe dimenticare che il look lo dobbiamo più a Vivienne Westwood ed alla scena gay...

    io ho 30 anni, quando a 18 anni comprai il primo chiodo ed indossarlo, iniziai a subire fermi e perquisizioni praticamente sempre; in un posto di 60.000 abitati eravamo una ventina di "alternativi" tra metallari rockettari ecc

    oggi è molto diverso, direi che una buona metà dei ragazzi è rocker e l'altra metà truzza, c'è una differenza enorme
     
    #57
  13. damagedone

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    7 Novembre 2011

    E' inutile atteggiarsi a ribelli se poi si ragiona per stereotipi in questo modo. E poi siete solo voi a pensare che ci sia questa sorta di "guerra" in corso tra fighi e sfigati; la verità è che di questa vostra cosiddetta "ribellione" non frega niente a nessuno.
     
    #58
  14. Annica

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    8 Novembre 2011

    Ma certo! Parliamo sempre di un genere musicale/movimento culturale, nessuno ha mai formalizzato il messaggio in termini economici, anche perché nessuno era un economista. I padri del metallo sono stati rivoluzionari con la propria vita, che è stata contestazione e rifiuto del sistema che voleva fagocitarli, e nella scelta estetica di tradurre i suoni e la durezza della realtà industriale in musica. Come il blues è stato la voce degli afroamericani, così l’heavy metal si è alimentato della desolazione e della rabbia della working class delle Midlands.

    L’articolo (mi sembra che su questo siamo tutti d’accordo) la fa troppo facile. Dire che tutti i sottogeneri metal hanno aspirazioni antagoniste è una grossa banalizzazione. In più ci sono una marea di cose che per me sono assolutamente sbagliate:

    - il termine “antiliberista” è terribile, perché vuol dire tutto e niente;
    - parlare di una “internazionale” che esiste “su base prettamente nazionale” è abbastanza raccapricciante :hihi:
    - idem per la mescolanza disinvolta di concetti come “profitto” e “orgoglio etnico”: la critica al capitale non si concilia con distinzioni etniche o geografiche;
    - dire che la rivoluzione si può fare con la musica (“Chi ancora aspetta che il rovesciamento arrivi dalla politica, dagli intellettuali o dalla “società civile”, morirà liberista”) è una stronzata colossale da freakkettoni cannaioli che non hanno mai letto una riga di Marx.
     
    #59
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  15. Annica

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    8 Novembre 2011

    Però ragazzi, vi posso suggerire un approccio diverso? Se valutate il metal in base alle tendenze dei metallari del vostro quartiere non se ne esce. La gente recepisce quello che gli pare.

    Andate alla fonte, invece. Cosa dicono i musicisti che hanno dato vita ai vari sottogeneri metal? Quali erano le loro intenzioni, il loro messaggio? Solo così si possono confermare o smentire le tesi dell’articolo e si può dare un po’ di obiettività alla questione. Io di black metal o di viking non so una ceppa, per esempio. Voi che ne sapete illuminateci, please.
     
    #60

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