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Attualità, politica e società

Discussion in 'Attualità e Cultura' started by Elrond, Nov 3, 2008.

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  1. Engash-Krul

    Engash-Krul
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    il Divoratore di Menti
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    Mar 7, 2011

    il problema è che la faccenda del quorum è "drogata" dal menefreghismo. se vanno a votare il 51% degli aventi diritto e di questo 51% il 51% vota per il sì, allora il referendum passa. in quanti, in valore assoluto, avrebbero votato per il sì? circa il 25% della popolazione complessiva.

    se, però, va a votare solo il 49% degli aventi diritto e tutti costoro votano per il sì, il referendum non passa, ma avrebbero votato per il sì molte più persone che nel caso precedente.

    ora chi mi dice che il 51% di quelli che non hanno votato nella seconda occasione erano tutti a favore del no?

    mi pare evidente che con un sistema simile le ragioni del no si avvalgano, senza averne diritto, del voto anche di coloro che non sono interessati a esprimere una opinione. se, invece, venisse abolito il quorum, semplicemente chi avesse intenzione di dire la propria andrebbe a votare e, a quel punto, avrebbe ragione la maggioranza di chi ha votato. un sistema sicuramente più democratico e giusto di quello che vige ora.

    p.s.
    facciamo che alle prossime elezioni una delle due fazioni (sinistra e destra) ha di default diritto al voto di coloro che non vanno a votare? sarebbe la stessa cosa, ma ovviamente nessuno si sogna di proporre una cosa simile perchè sarebbe follia...
     
  2. ador dorath

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    Mar 7, 2011

    il problema dei referendum secondo me è il fatto che il cittadino, miope e poco interessato alla ragion di stato, fatica a trovare una corrispondenza tra il quesito e la propria fede politica.

    esempio: se uno schieramento politico indice una manifestazione sul colore dell'arcobaleno tutti partecipano.
    se c'è uno schieramento trasversale o se nessun partito si erge a capomanifestazione la gente non si schioda dalle proprie sedie nemmeno per manifestare a favore dell'abolizione totale delle tasse.

    se si lascia al cittadino il voto di coscienza senza un reale e individaubile canovaccio, il votante non ha lo stimolo per sedersi davanti alla tv e acculturarsi sull'argomento.
    se invece berlusconi o bersani dicono di votare sì e decorano i manifesti a favore del sì con i loro rispettivi vessilli, la gente si sente "obbligata" ad andare a votare.

    il che è triste perche' la maggior parte dei referendum vertono su questioni reali, concrete, importanti, civili e fondamentali per la società. io trovo che nei referendum, rispetto alla nostra legge elettorare (con sbarramenti e scelte a monte non decise dagli elettori), il cittadino si debba sentire a maggior ragione piu' coinvolto. ma c'è il solito problema di civismo latente.

    è una mia opionione.
     
  3. ador dorath

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    Mar 7, 2011

    trovo che proprio nei referendum dai temi intimi e personali il ruolo della Chiesa venga fuori in maniera preponderante, condizionando i suggerimenti di voto dei partiti. mentre per le elezioni la Chiesa ha il suo peso solo nella campagna elettorare.

    l'invito all'astensione credo che sia il cortocircuito logico della politica. razionalmente lo trovo paradossale.
    è come gridare ai 4 venti: vi invitiamo ad aiutarci a buttare via i soldi pubblici.
    (parlando banalmente di denaro).
     
  4. Chainsaw Charlie

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    Mar 7, 2011

    Questa è proprio la scusa che utilizzano i politici.
    La realtà è che non vogliono che il popolo possa decidere liberamente per il proprio destino e quindi lo esortano a non andare a votare.
    E così 100 persone corrotte possono decidere, secondo il proprio interesse personale, il destino di 60 milioni di persone che altro non sono che merce di scambio.
     
  5. Chainsaw Charlie

    Chainsaw Charlie
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    Mar 7, 2011

    Quoto tutto, ma tanto non serve a niente. Finchè le persone intelligenti saranno solo una piccolissima parte, dovranno accettare il fatto di non contare nulla..
     
  6. forza panino

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    Mar 7, 2011

    A parte che gli inviti all'astensione in una democrazia sono sempre una cosa tristissima (cosa che non mancai di far notare in quella famosa sera), ma poi la cosa che mi chiedo sempre in queste occasioniè: al di là del presumibile timore di raggiungere il quorum, non sarebbe più civico e da paese progredito invitare ad andare a votare NO?
    P.S. Io comunque per la cronaca a votare a quel referendum ci andai, e votai tre sì ed un no (il no era per l'eterologa, e non per scelta di coscienza, che in tali casi, secondo me, non dovrebbe esserci: semplicemente, il mio grandissimo prof di privato ci spiegò che ad ammettere la fecondazione con donatore esterno ci sarebbero problemi giuridici a non finire).
     
  7. edgar

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    Mar 7, 2011

    Perchè rassegnarsi così?
    La storia non è stata ancora scritta.
     
  8. Chainsaw Charlie

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    Mar 8, 2011

    Beh, io a votare ci vado comunque sia inteso, e anche le persone che conosco. Però non è una novità, l'ho sempre fatto. Eppure ogni volta ho dovuto constatare che non serviva a niente perchè non si raggiungeva mai il quorum. Ovvio che poi uno si sfiducia, d'altronde è quello a cui punta la classe di politici che dovrebbe rappresentarci..
     
  9. ador dorath

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    Mar 8, 2011

    Ospedale di Rho, il reparto sotto accusa Garze nell'addome e tumori ignorati - Milano

    complimenti.

    non resta che capire le motivazioni: superficialità, incompetenza, carenza della struttura o di personale, menefreghismo capitalistico.

    non me ne intendo: ma con il federalismo certe strutture verrebbero rase al suolo grazie alla libera concorrenza oppure per quanto riguarda la sanità pubblica conta ancora la vicinanza piuttosto che la qualità del servizio?
     
    #5019
    Last edited: Mar 8, 2011
  10. Il Democratico

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    Mar 8, 2011

    Può essere qualunque di queste.
    Resta il fatto che preferisco farmi curare mille volte in un ospedale qualsiasi del Nord, che ritrovarmi ad esempio a Reggio Calabria dove è più alta la possibilità che esca morto piuttosto che vivo.
     
  11. ador dorath

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    Mar 8, 2011

    in italia deve nascere, secondo me, la cultura sanitaria. nel senso che per la mia salute devo avere l'interesse e il dovere di scegliere la struttura che reputo migliore per il mio scopo.
    purtroppo in italia non c'è questo e la struttura pubblica fa acqua da tutte le parti. non c'è stimolo a crescere, non c'è possibilità di migliorarsi, non ci sono strutture in grado di farti fare il salto di qualità. è un ambiente assolutamente non competitivo. e tutto questo ricade sull'efficienza del servizio.
    cosi' la struttura pubblica diventa solamente un parcheggio per i meno capaci o per le spintarelle.
    stessa cosa che succede per i docenti universitari: i migliori studenti volano all'estero o in strutture private. ovvio che i mediocri, non avendo altre offerte, restano in una struttura ferma. e questa competenza mediocre viene trasferita agli studenti di turno. e cosi' via.

    il consiglio che posso darvi è che avete tempo di scegliere di valutare bene, tramite amici, parenti, accurate letture su internet, dove farvi operare.
    in questi casi c'è sempre l'idea che queste nefandezze capitino sempre ad altri.
     
  12. Il Democratico

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    Mar 8, 2011

    Quoto alla grande.

    Comunque penso che, se posso darti ragione sul fatto che manchi in Italia una vera e propria cultura sanitaria, devo comunque riconoscere il fatto che alcuni ospedali italiani (mi viene in mente quello di Pavia, ad esempio) sono all'assoluta avanguardia mondiale. In linea di massima, a livelli generale, l'Italia non è malaccio per farsi curare bene.

    Purtroppo, soprattutto al sud, dove le mafie assorbono come un cancro (appunto) le risorse destinate alla sanità e indirizzano gli appalti per le strutture sanitarie stesse, c'è un abbandono e una trascuratezza da Terzo Mondo. Sperando che la vita politica di affaristi come Berlusconi (devastatori della sanità pubblica e amanti del modello americano) sia destinata a durare ancora poco... altrimenti il futuro è tragico con gente come l'indegno Ferruccio Fazio. Lunga vita ai Veronesi piuttosto.
     
  13. edgar

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    Mar 8, 2011

    Per me discorso contrario: non vado a votare, ma non penso che "le persone intelligenti devono accettare il fatto di non contare nulla".
    E non accetto, in generale, il discorso che chi non vota non si deve lamentare; per me chi delega non si deve lamentare.
     
  14. Chainsaw Charlie

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    Mar 8, 2011

    Perchè fino a prova contraria è il voto il modo che la gente ha per esprimere il proprio pensiero.
    Se uno non vota e lascia che gli altri decidano al posto suo, perchè dovrebbe lamentarsi se poi vengono prese decisioni che non gli vanno? Poteva pensarci prima.
    Il non-voto è una forma di protesta che non ho mai capito. Non è che se non voti non eleggono nessuno e lasciano che a decidere sia la gente. Semplicemente dai una speranza in meno a chi reputi il meno peggio a governarci.
     
  15. edgar

    edgar
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    Mar 8, 2011

    E invece in italia il partito più grande è quello dell'astensionismo.
    (Perchè non mettono il quorum alle politiche come ai referendum...?)
    E poi non accetto il discorso del meno peggio, è una cosa sulla quale, scusami, ma ci si prende in giro. Sono uguali, hanno infiniti privilegi che noi non abbiamo e la pensione assicurata dopo 2 anni e mezzo. E io dovrei delegare loro per fare teatrino in televisione, per non stare mai in parlamento e par far avere loro privilegi vari e una pensione celere che io non avrò mai? Non se ne parla proprio!
     
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