Metallaro. Essere O Non Essere?

Cos'è? nei tuoi cromosomi c'è scritto che lo sei?

 

Inizialmente no.

Poi un giorno è sceso dalla Valhalla Joey de Maio, su di un carro trainato da RJ Dio e Kay Hansen.
Mi hanno spillato il sangue e me l'hanno inciso a martellate cromosoma per cromosoma.

 

RIPETO: NO.

ho scritto (e 3!)
Ha l'attitudine per farlo.
Ma non basta: quella ce l'ha probabilmente qualunque animo in qualche modo inquieto, pure quelli che si riversano in certa arte.


Non ho mai pensato che il Metallo abbia canoni esclusivi
Sarebbe una... vaccata.

Chiunque pretenda esclusività in un fenomeno sociale, è fuori strada.
Questo vale per qualunque cosa.
Chi parla di un certo fenomeno è pensa che vi siano caratteristiche esclusive... non sa cosa sia un fenomeno sociale.


Il Metallo non è l'unico genere a vivere di inquietudine, né l'unico mndo in cui chi lo vive si basa sull'incoerenza per andare avanti. Ma possiede queste 2 caratteristiche.

Dire che non è l'unico... non fa che confermare che queste cose NEL METALLO CI SONO, sempre o quasi.




@ Nemalo... guarda che te la sei cercata!
Io te l'avevo detto che se postavo 'sta roba finivamo nei casini.... a metà del discorso, poi! Leggi i post che ne sono seguiti!!

Per quello che mi diverte un casino parlare di 'ste cose... c'è subito chi arriva, legge... e TAC! :grin:

 

però io questa parte del discorso continuo a non capirla. Evoluzione storica dei clichè delmetallaro a parte (di cui non ho le competenzeer discutere), se ho ben capito affermi che sia quest'inquietudine a contraddistinguere il "metallaro", per poi affermare che non è sua esclusiva ...e allora rinnovo lamia precedente domanda, qual è il tratto distintivo del metallaro ?
la descrizone che hai fatto prima calzerebbe benissimo alla maggior parte degli esseri umani, anche ai "pecoroni" (più inquieti di loro...)

 

Sono le stesse cose che sto pensando io... mah...

 

l'ho detto: l'incoerenza!


Era una battuta.
Seriamente: "il tratto"??? Non puoi descrivere un modo di pensare con UN tratto! Non ha senso, davvero.
Una forma mentis (o attitudine, o chiamala come vuoi!) è fatta di diverse cose, componenti... non esiste "il tratto distintivo"


Ho scritto un kilometro di post. Sicuramente è difficile leggere quello che ho scritto, ci si perde in tutte quelle righe. Ma non puoi prenderne a modello solo l'ultima parte.

Io non cerco mica di descrivere "il metallaro", come fanno altri.
Piuttosto, ho analizzato il suo linguaggio: quello che chiamiamo Heavy Metal.

E ho notato alcuni cicli che, se è vero che l'arte rispecchia chi la fa, possono essere tenuti in conto per dedurne il "suo" modo di pensare. Del Metallo.
E delle teste che lo masticano.


Vuoi una sintesi? Eccola.

-Il disequilibrio, il caos: c'è sempre qualcosa che non va (in quello che vedi/leggi/senti/fai...).
-La voglia/necessità di (auto)esiliarsi dal mondo.
-La necessità/voglia di lamentarsi di stare fuori dal mondo, di essere un incompreso.
-Il "fascino" per ciò che toglie equlibrio, per ciò che distorce e deforma.
-La voglia di provare a unire gli opposti, di far toccare orrendo e sublime.
-Oppure di farli coincidere.
-UNA SERISSIMA CRISI DI IDENTITA'.
-Una sorta di sospetto perenne, di sano dubbio verso lo stato di quiete.


OCCHIO!
"Io credo che la parola chiave della prospettiva metallara sia proprio l'INQUIETUDINE. Il metallaro, la musica metal, TUTTO l'immaginario metallico vive di questo concetto."

Non ho mai detto che il "metallaro" (che palle, sta parola ) sia una persona inquieta.
Non so nemmeno come sia venuto in mente a dreamtheater di fare paragoni tra IL GENERE MUSICALE e le persone fisiche che mi ha portato a esempio, i cantautori... i metallari a volte sono simpaticissimi bonaccioni che nulla hanno di inquieto/inquietante.


Ho detto che "il metallaro" vive di questo concetto: lo piazza nella sua musica, in sostanza, ne fa un cardine.

Le persone non sono prodotti o miscele di ingredienti: è ASSURDO pensare che vi sia un perfetto insieme di ingredienti combinati che uniti "creano il metallaro"

Io mi sono "limitato" (negli intenti! non certo negli spazi ) a descrivere alcune tracce che ha lasciato in 30 anni di casino.

 

Ecco!!! Lo vedi che pensate le stesse cose?

(scusate il tono... ma non ce la faccio a stare serio 12 ore di fila su 'sti temi...)

Comunque: se pensi le stesse cose, la risposta qua sopra vale anche per te.
Io non cerco di descrivere "il metallaro", come fanno altri.
Piuttosto, ho analizzato il suo linguaggio: quello che chiamiamo Heavy Metal.
(o quantomeno ci ho provato)

 

Sei sicuro ke queste "caratteristiche" siano "proprie" solo del metallaro?

 

Effettivamente ho notato tratti simili nei giocatori di biglie.
Qualcosa di analogo sono anche i cosplayer dei Puffi, con la differenza che quei posers si vestono di blu e non di nero.

dreamtheater: tu stai rendendo questo topic un angolo di gioia per me...



Vuoi una risposta?
SI.
Ne sono sicuro.
Non sono prioprie del "metallaro" (), ma dell'Heavy Metal.

Ma forse... mi sbaglio.
Non è troppo tardi per redimermi, però.

Se esiste un altro genere musicale che nel suo linguaggio (sonoro ed estetico) ha sintetizzato tutto questo... dimmi qual'è.

Se esiste un genere musicale che ha incluso nei suoi testi e nelle sue note gli stessi concetti del Metallo, e che ha avuto nelle menti dei suoi fans la stessa presa... tanto indurre una fetta di questi a indossare lo stereotipo... (e a farsi le pippe mentali che mi sto/ci stiamo facendo )... dimmi qual'è.

 

altra domanda che mi era venuta in mente, tutto questo l'hai ritrovato anche il qualcun altro "metallaro" oltre che te (sempre non con tono polemico)? Hai mai discusso di questo con qualche altro "metallaro" (con le necessarie copentenze per tenere il discorso ovviamente, insomma persona che capiscano appieno il tuo discorso) ? Insommaè una tua personale analisi o hai effettivamente riscontrato questo in altri "metallari" (sempre con cervello) che hai incontrato?
Io conosco, in alcuni casi anche bene, diversi ascoltatori di metal, e spesso decisamente meno "anomali" rispetto a me, ma che comunque fatico a riconoscere nel tuo discorso

poi i punti che ho sottolineato credo appartengano prettamente all'essere umano in sè, piuttosto che a determinate categorie...

 

Innanzitutto ti ri-incollo quello che ho già scritto 3, 4 volte

Io non cerco mica di descrivere "il metallaro", come fanno altri.
Piuttosto, ho analizzato il suo linguaggio: quello che chiamiamo Heavy Metal.

E ho notato alcuni cicli che, se è vero che l'arte rispecchia chi la fa, possono essere tenuti in conto per dedurne il "suo" modo di pensare. Del Metallo.
E delle teste che lo masticano.

Le persone non sono prodotti o miscele di ingredienti: è ASSURDO pensare che vi sia un perfetto insieme di ingredienti combinati che uniti "creano il metallaro"

Io mi sono "limitato" (negli intenti! non certo negli spazi :grin a descrivere alcune tracce che ha lasciato in 30 anni di casino.

NO alla prima domanda, SI alla seconda.


-SI, l'ho riscontrato... nella totalità di essi, direi... magari con proporzioni diverse. Sennò, a che serve cercare di "studiare" questo mondo fantastico che è il Metallo?
E' abbastnza facile "notarlo", quando ci sono centomila canzoni da "osservare". E l'ho notato anche in me stesso.

-NO, non è una mia personale analisi. Fra un po' posto qua il passo intero dal testo che mi ha un po' fatto venire voglia di partiire con questa "analisi"

 

"Il metallaro non è un tizio che veste eternamente in cuoio e jeans, ha i capelli lunghi e la maglietta strappata. Questo personaggio, sia ben chiaro, esiste nella realtà, ma rapresenta solo una frazione del discorso.
Al di là dei vestiti e del taglio dei capelli, il metallaro era e rimane un tipo con i piedi saldamente ficcati nel fango e la testa altrettanto saldamente puntata verso le stelle.
Una specie di astronomo dell'età della pietra, insomma.

Quindi: forse pure voi siete dei metallari, ma non lo sapete.

I metallari vivono in una nicchia autocostruita, dove si riconoscono l'un l'altro a prima vista. I segni di riferimento sono molti, ma non sono necessariamente ovvi. Una maglietta, una spilla: ma pure un modo di parlare, una frase, uno sguardo. Ci si sente (classicamente) parte di una congregazione, e fin qui niente di insolito. Capita pure ai giocatori di bocce.
A differenza dei giocatori di bocce, però, il metallaro non è mai tanto sicuro di essere stato lui a scegliere la congregazione. Ha il dubbio che la congregazione abbia scelto lui.

L'insistenza con cui qualsiasi ascoltatore di Rush, Kiss o Entombed (gruppi Metal diversissimi tra loro che cito a caso) cercherà di convincersi che obbligatoriamente gli altri ascoltatori di Rush, Kiss o Entombed sono suoi amici è certo degna di miglior causa, ma pur sempre commovente.

Il cinquanta per cento delle lettere che riceve un giornale specializzato sembrano insistere sulla necessità di mantenere unita la famiglia, come se ogni ascoltatore di Rush, Kiss o Entombed si sentisse parte di un esercito segreto che, un giorno o l'altro, dovrà entrare in azione"


(L'estetica del metallaro - 1997 - cap 1, pagg. 19-20)

 

...Mi state mandando a male!

 

non avete altro a cui pensare....
perdere tutto sto tempo per discorsi del genere, ma stichezz...

 

I passaggi di Signorelli da te citati sono tutti interessanti, ma mi soffermo su questo. La cosa che mi chiedo, pur reputandomi metallaro DOC nel "cuore", è come mai dopo i 17-18 anni non ho più avvertito questo senso di comunione, questo bisogno di appartenere alla grande famiglia.

Può darsi che dipenda da ascolti molto differenziati e quindi da scarsa attenzione per i fenomeni musicali "maggiori" o, più banalmente, da un carattere individualista e incline a vivere in una dimensione mia personale, distaccato anche nei confronti dei miei "simili" ...
Al di fuori del mio caso personale, però, ho notato questa cosa in moltissimi conoscenti, amici o quant'altro che si dedicano al metallo.
Mi chiedo perciò se questo tipo di meccanismo psicologico-sociale non stia perdendosi col passare del tempo, o, semplicemente, se non sia da riferirsi per lo più ad ascoltatori molto giovani e "idealisti"...

ho seri dubbi che questa "fratellanza metallara" esista ancora, se non a livello puramente iconografico...